Guarita dall’amore di Gesù

Mi chiamo Imma e ho 24 anni.

Nella Bibbia, la Parola di Dio, è scritto che tre cose durano: fede, speranza e amore ma la più gran-de di esse è l’amore. Ed è proprio di quest’amore meraviglioso, infi-nito ed eterno del nostro Signore Gesù, che ha fatto cose grandiose per me, di cui voglio testimoniare. I miei genitori non sono evangeli-ci, ma dopo mio fratello, poco pri-ma del mio diciassettesimo com-pleanno, anch’io arresi ogni mio dubbio, perplessità e angoscia che mi tormentavano e trovai in Gesù la pace, la gioia, la tranquillità che acquietarono quel senso di vuoto e insoddisfazione che scandiva le mie giornate. Avevo trovato il mio totale e completo appagamento in Gesù, mi sentivo amata e inco-minciai a innamorarmi sempre di più del mio Signore, a parlare di Lui e a fare esperienze spirituali bellissime. I problemi non sono mancati perché, com’è scritto, piove sul giusto e sull’ingiusto, ma Gesù è la mia forza, il mio punto fermo e non è mai venuto meno. Quello che però mi preme raccon-tarvi è un episodio in particolare della mia vita, che risale a pochi mesi fa. Dovevo subire un’opera-zione alla bocca per estrarre un dente. Un’operazione abbastanza banale, ma mi avvisarono che do-po l’estrazione poteva verificarsi momentaneamente la perdita di sensibilità del labbro e della lingua interessati. Arrivò il giorno dell’o-perazione e io ero molto tranquil-la e serena perché sentivo che Gesù avrebbe vegliato su di me. L’operazione non fu facile né bre-ve, ma sembrava che tutto fosse andato per il meglio. Quando tor-nai a casa dall’ospedale mi venne un dolore fortissimo, il viso era molto gonfio e nessun antidolori-fico riusciva ad addolcire quel do-lore persistente, anche nei giorni a seguire. Al dolore si aggiunse la perdita di sensibilità, di cui ero stata informata, ma la situazione peggiorava sempre di più. Mi ac-corsi, a un certo punto, che ero incapace di parlare normalmente, sorridere e che il lato destro del mio viso iniziava a storcersi. Il me-dico mi disse che era in atto una paresi facciale e mi diede delle medicine per cercare di contra-starla sul nascere.
imma Trascorsero alcuni giorni, ma le medicine non sortivano alcun ef-fetto, anzi la paresi ormai era mol-to evidente e mia madre era di-sperata tanto che di notte la senti-vo piangere. Mi sentivo scoraggia-ta perché non sopportavo l’idea di arrecare sofferenza e dolore ai miei cari e, in particolare, non vo-levo che mia madre fosse così de-pressa a causa mia perciò conti-nuavo a chiedere a Dio il motivo per il quale stesse permettendo tutto questo nella mia vita. Eppu-re, un senso di pace e tranquillità mi invadeva puntualmente in pre-ghiera tanto che le mie preoccu-pazioni non si riversavano sul mio stato di salute, piuttosto erano esclusivamente rivolte ai miei fa-miliari. Il giorno della visita in o-spedale, i chirurghi dissero che era in atto una paralisi facciale che sarebbe soltanto peggiorata fino a diventare stabile. Raddop-piarono la dose di medicine e mi informarono che il recupero, se mai ci fosse stato, sarebbe stato molto lento e graduale e non se la sentivano di assicurarmi una gua-rigione completa, inoltre mi vieta-rono di espormi all’aria condizio-nata o a qualunque sbalzo di tem-peratura che poteva soltanto peg-giorare le cose. Mia madre mi im-pedì di frequentare le riunioni in chiesa perché, essendo agosto inoltrato, il locale era climatizzato. Così tornata a casa dall’ospedale, una volta da sola nella mia came-retta, non dovevo più fingere di essere forte e iniziai a pregare. La preghiera mi diede forza e decisi di non abbattermi e di andare, quella sera stessa, a un culto al campeggio di Roccamonfina, dove la sala culto non era climatizzata. Discussi a lungo con mamma per-ché non voleva lasciarmi andare, ma sentivo che Gesù quella sera avrebbe cambiato la mia vita. Ini-ziai a pregarLo affinché cambiasse la mia situazione, chiedevo a Dio di guarirmi. Sapevo che Lui era potente a farlo. Intonarono un cantico che diceva: “…questa ge-nerazione si offre a te”. In quel momento innalzai nel mio cuore questa semplice preghiera: “Signore io mi offro a Te, ti prego guariscimi!”. In un attimo sentii il mio volto raddrizzarsi, lo toccavo e riuscivo finalmente a sentire il tocco delle mie mani; la ferita stessa si era completamente ri-marginata! Non so descrivere a parole le sensazioni che provai. Ero guarita, il “Dottore dei dotto-ri” aveva operato in un modo glo-rioso. A casa, i miei genitori, pian-gendo ringraziavano e glorificava-no il Signore. I medici erano sba-lorditi, si chiedevano come fossi guarita così all’improvviso. E’ scrit-to che niente è troppo difficile per il Signore; Egli è Colui che salva, libera e guarisce. Il mio viso sta benissimo, come se non fossi mai stata operata.

Ezechia scoppiò in un gran pianto. […] Così parla il Signore, Dio di Davide tuo padre: Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco. II RE 20

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