Il Servo di Dio e i beni materiali

Pastore Manueli
16 Giugno 2019

Il Servo di Dio e i beni materiali

Vangelo secondo Marco 10:17-31

Il giovane ricco
17Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. 19Tu sai i comandamenti: “Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre”Non uccidere… e tua madre, citazione di cinque dei dieci comandamenti (Esodo 20:2-16; Deuteronomio 5:16-20).». 20Ed egli gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù». 21Gesù, guardatolo, l’amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va’, vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente perché aveva molti beni. 23Gesù, guardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!» 24I discepoli si stupirono di queste sue parole. E Gesù replicò loro: «Figlioli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». 26Ed essi, sempre più stupiti, dicevano tra di loro: «Chi dunque può essere salvato?» 27Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio».
28Pietro gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito». 29Gesù disse: «In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, a causa mia e a causa del vangelo, 30il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna. 31Ma molti primi saranno ultimi e gli ultimi, primi».
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